Questo sito esiste perché mi piace l’idea che ci sia un posto che raccoglie buona parte delle informazioni su quello che scrivo.
È del tutto chiaro, perfino a uno come me, che un social network servirebbe molto meglio allo scopo.
Io però non ci voglio stare su un social network, perché ho paura che poi ci passerei un sacco di tempo.
Quindi va bene così, in modo che almeno quando una persona mi chiede che faccio e io dico che scrivo, invece del solito “se vai su internet e metti Roma-libro-scale, oppure Basilio-racconti, trovi tutto”, che mi sembra sempre vago, adesso posso dire “basta che vai su alessandromauro.com”.
Forse, per ragioni che non sono chiare neanche a me, avrei preferito l’estensione .it, ma l’ho trovata già occupata da un omonimo.
Così per qualche giorno ho ipotizzato che l’indirizzo del sito potesse essere alessandromauroscrittore, in modo che l’unione di nome e attività mi rendesse identificabile.
Poi ho deciso di no, primo perché veniva fuori una cosa lunghissima, e poi per una ragione che credo sia collegata al pudore.
“Scrittore”, per me che scrivo, è una parola grossa. Difficile da pronunciare restando seri.