Alessandro Mauro

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Questo sito esiste perché mi piace l’idea che ci sia un posto che raccoglie buona parte delle informazioni su quello che scrivo.
È del tutto chiaro, perfino a uno come me, che un social network servirebbe molto meglio allo scopo.
Io però non ci voglio stare su un social network, perché ho paura che poi ci passerei un sacco di tempo.
Quindi va bene così, in modo che almeno quando una persona mi chiede che faccio e io dico che scrivo, invece del solito “se vai su internet e metti Roma-libro-scale, oppure Basilio-racconti, trovi tutto”, che mi sembra sempre vago, adesso posso dire “basta che vai su alessandromauro.com”.
Forse, per ragioni che non sono chiare neanche a me, avrei preferito l’estensione .it, ma l’ho trovata già occupata da un omonimo.
Così per qualche giorno ho ipotizzato che l’indirizzo del sito potesse essere alessandromauroscrittore, in modo che l’unione di nome e attività mi rendesse identificabile.
Poi ho deciso di no, primo perché veniva fuori una cosa lunghissima, e poi per una ragione che credo sia collegata al pudore.
“Scrittore”, per me che scrivo, è una parola grossa. Difficile da pronunciare restando seri.

Dice: che fai?
Scrivo.
Ah, sei uno scrittore.

E qui di solito parte un arrancamento di una quarantina di parole in cui spiego che scrivo per mestiere (“una zona mista tra giornalismo e pubblicità” dico sempre) e che poi a un certo punto sono venuti fuori i libri.
Che però mica ci si guadagna, aggiungo subito, come se in conseguenza di questo fosse una cosa da disprezzare.
Grosso modo il contrario di quello che penso.
“Scrittore” è una parola che mi fa venire in mente John Steinbeck, ma pure Erri De Luca, per avvicinarci quanto a tempo e luoghi.
Come se il termine comportasse di suo il fatto di essere bravo.
Provo a convincermi che comporti invece il mero fatto di scrivere, magari con una certa continuità.
Essere arrivato al terzo libro, contato quello in uscita, mi fa sentire meno bugiardo, o ridicolo, rispetto a una definizione che continua a sembrarmi altisonante.
“Scrittore scarso”, però, sarebbe autolesionismo.
Dunque chiamare questo spazio con un nome che è mio, oggettivamente mio, mi sa tanto che è meglio.

© Alessandro Mauro // Design NextStop Design
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