Sono nato nel 1965, a Roma, che poi non ho mai lasciato per più di un mese di seguito.
Questo spiega, forse, alcune scelte successive.
Tra le prime cose che ricordo ci sono un certo disagio, l’avida lettura di fumetti, la Roma e l’attitudine alla scrittura.
La mia maestra elementare prendeva sul serio il fatto che dicessi di voler fare il giornalista.
Ma il vero trionfo scolastico, in proposito, fu al liceo, quando la professoressa di Italiano lesse a voce alta un mio componimento.
Mia madre era impiegata e io, fiutando qualcosa che non saprei dire, sentivo di non voler fare l’impiegato.
Lo feci invece, a partire dai ventuno anni e proprio prendendo il suo posto, con una sensazione di afferramento a qualcosa che mi tenesse a galla nel mezzo di un naufragio.